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Eraclito e l’espressione del divenire

Eraclito e l'esperienza del divenire  L’immagine di un uomo schivo e solitario  • uno spirito aristocratico  È vissuto nella città di Efeso a cavallo tra il VI e io V secolo a.C La tradizione lo rappresenta come discendente da stirpe reale, aristocratico e altezzoso  Oppositore degli orientamenti politici dei suoi concittadini—> si trovava alla roccaforte democratica  La sua unica opera—> intorno alla natura—> ci restano solo aforismi brevi ed enigmatici—> appellativo di oscuro  • i due nuclei concettuali del pensiero di Eraclito  - il flusso universale  - il lógos e la legge dei contrari  Il flusso universale  Nel mondo non c’è nulla che sia in uno stato di quiete: tutto è costantemente in movimento  • il conflitto come legge universale  C’è conflitto nelle città  C’è conflitto nella natura ( si assiste al continuo alternarsi di elementi contrari ) Secondo Eraclito tale condizione riguarda anche l’uomo: non è possibile bagnarsi due volte nello stesso fiume  • l’element

I pitagorici e la concezione matematica della natura

  Pitagora e la fondazione della scuola di Crotone  • la fine di mileto e la fioritura della magna Grecia  Nel 499 a.C la città sotto la guida del tirannò di mileto si ribellò ai persiani che ne 456 a.C avevano occupato il territorio  La città di Mileto fu distrutta e gli abitanti ridotti in schiavitù o uccisi  Le città della magna Grecia erano splendide e potenti, per questo le attenzioni si spostarono lì  Crotone divenne la base cultorale di Pitagora e li vi fondarono una nuova scuola filosofica: la Fratellanza Pitagorica, una associazione poilitico-religiosa di carattere aristocratico  •I caratteri della scuola pitagorica  Pitagora era venerato dai suoi seguaci quasi come una divinità  Molti caratteri della scuola fanno pensare ad una setta religiosa, dove venivano praticate le regole ascetiche: la comunione dei beni Discepoli:  Acusmatici, “ascoltatori”: gli era imposto il silenzio e una rigida disciplina di comportamento Matematici: potevano fare domande ed esprimere le proprie id

Anassimene

  Anassimene: l’aria come principio delle cose  - visse tra il 586 e il 525 a.C  - identificava il principio primo con l’aria—> paragonando la vita dell’universo a quella dell’uomo  Il processo di derivazione delle cose:  - attribuisce al principio primo i caratteri dell’infinità e del movimento incessante  - spiega attraverso i processi di condensazione e rarefazione 

Anassimandro

  Anassimandro: l’ápeiron come fondamento del reale - nato a Mileto nel 610 a.C - per primo uso il termine Arché individuò la sostanza primordiale  - principio indeterminato: áperion (senza confini) - una sostanza indistinta  - abbandono l’idea che all’inizio possa esserci un elemento specifico - rivelò una capacità di astrazione finì ad allora sconosciuta La legge di derivazione delle cose: - si pone il problema di come le cose derivino dalla sostanza primordiale, egli ritiene che si tratti di un processo e differenzalizzazione gocernato da una legge necessaria (dike)  Il dramma della nascita: - la separazione: fonte di infelicita —> nostalgia per il “tutto originario”  - è causa della molteplicità e della differenza tra gli esseri, del loro contrasto e delle guerre