La teoria delle idee

 La teoria delle idee

La ricerca di un criterio di verità solido e incontrovertibile 

Platone inizia la sua ricerca proprio dal punto in cui è arrivato Socrate.

Socrate aveva detto che l'anima diventa buona e virtuosa attraverso la conoscenza: se essa conosce ciò che avviene nelle varie circostanze non può commettere il male.

Il problema che si pone Platone è quello di stabilire che cosa siano il bene e in generale i valori assoluti e che in questo modo si possa aggiungere a conoscerli. Da questo interrogativo parte l'indagine platonica.

Il filosofo riconosce che i sensi non consentono di pervenire a un'idea unica e oggettiva del bene.

Affidandoci ai sensi non raggiungeremo mai una conoscenza sicura affidabile, perché ciò che è valido per me può essere non valido per un altro.

Per Platone è fuori discussione che esista una conoscenza di questo tipo che però richiede dei criteri di verità immutabili e universali cioè validi per tutti.

Il suo ragionamento di questo tipo: quando affermiamo, “Socrate è buono” noi attribuiamo uno stesso predicato, “buono” a differenti soggetti. Perché tutte queste affermazioni abbiano senso è necessario convenire che il predicato “buono” esprima qualcosa di permanente e che ha una sua realtà.

In altri termini possiamo dire che Socrate è “buono” in quanto esiste l'idea assoluta di bontà.

Se non ammettiamo l'esistenza di parametri oggettivi a cui fare riferimento nel giudicare le cose non potremmo pronunciare nessuna affermazione avente un valore universale.

La seconda navigazione

La prima navigazione si realizza sospinti dal vento, la seconda navigazione avveniva in condizioni di mare calmo e senza brezza. 

Il filosofo sostiene di aver compiuto una prima navigazione sospinto dalla ricerca dei filosofi naturalisti per poi intraprendere una navigazione ulteriore basata solo sulle proprie forze, che lo conduce alla scoperta del mondo delle idee.

Il filosofo comincia a domandarsi se la causa di ciò che è sensibile, mutevole, perituro non possa essere qualcosa che trascende il sensibile stesso e che abbia le caratteristiche dell'immutabilità, dell'eternità e della assolutezza. 

Se ci domandiamo perché Socrate si trovi in carcere possiamo individuare delle cause materiali meccaniche. Ma il vero perché, la ragione per cui Socrate è in carcere è di ordine superiore e morale. Egli ha deciso di accettare il verdetto dei giudici e di sottostare alle leggi dello stato giudicando che questo fosse il bene.

Ci sono due piani dell'essere: uno fenomenico e visibile l'altro meta fenomenico e invisibile, quello delle idee. 

Le idee e la loro natura

Per comprendere appieno la teoria platonica bisogna fare una precisazione di carattere terminologico, la parola “idea” indica un pensiero, una rappresentazione mentale, un concetto. 

L'idea di cui parla Platone non sono concetti astratti ma vere e proprie entità di natura differente rispetto al sensibile e indipendenti dalla nostra mente, esse costituiscono i criteri di verità. 

Nella visione platonica le idee sono dunque sostanze immutabili e perfette, poste in un altro mondo chiamato “iperuranio”

Platone le definisce incorporee, espressione piena dell'essere in sé e per sé ossia oggettive non relative al soggetto ma aventi una natura assoluta.

Il rapporto tra idee e le cose

Emerge una netta frattura tra il mondo sensibile, visibile, mutevole, perituro, relativo e il mondo delle idee invisibile, immutabile, eterno e assoluto. Però sarebbe erroneo considerare la distinzione dei piani, intellegibile e sensibile come una separazione.

Il mondo dell'intelligibile e dell'immateriale trascende il sensibile e al tempo stesso ne è causa e ragion d'essere.

Si parla di una relazione di mimesi o imitazione sostenendo che le cose imitano le idee. In questo senso le idee sono paradigmi o modelli universali della realtà. 

Platone parla anche di una relazione di partecipazione o metessi, che le cose sensibili partecipano in qualche modo alla perfezione delle rispettive idee nel mondo ideale. 

Parla anche di presenza o Parusia delle idee nelle cose, nel senso che il mondo sensibile non è che una rivelazione o espressione visibile di quello ideale.

Platone si sforza di ristabilire una continuità, un legame tra il mondo ideale e quello sensibile. 

Il superamento del relativismo sofistico

Le idee rappresentano sia le cause sia il metro di paragone delle cose.

Platone elimina ogni forma di scetticismo e di relativismo raggiungendo un punto di vista assoluto universale: la sua dottrina mette capo a una metafisica delle idee che fonda e giustifica i concetti di linguaggio al di là di ogni possibile dubbio. 

La classificazione delle idee

Le idee sono Innanzitutto distinte in due grandi tipologie:

1. le idee di valori morali, estetici e politici come quelle del Bene, della Bellezza e della Giustizia;

2. l'idea di enti geometrico-matematici come il numero, il cerchio, la linea, il triangolo, il quadrato, l'uguaglianza…

Esistono anche idee di oggetti naturali (le piante) e oggetti artificiali o manufatti (il letto).

Platone giunge che a ogni realtà sensibile deve corrispondere una forma ideale.

Platone non guarda al mondo delle idee come disorganizzato, ma ritiene che ci sia una gerarchia di valori e che al vortice si collochi l'idea del Bene, che è il valore supremo a cui tutti gli altri si ispirano. 

Il Bene di Platone rappresenta genericamente qualcosa di divino come divini sono l'anima, gli astri e le stelle.Il bene costituisce l'armonia e la ragion d'essere del tutto, ciò che dà valore a tutte le altre idee.

Il superamento di Parmenide

Il mondo delle idee platonico rappresenta alcuni caratteri tipici dell'essere parmenideo, come quest'ultimo infatti le idee sono eterne, incorruttibili ed immutabili.

Si tratta di una svolta importante nella storia e si afferma che l'essere è molteplicità e relazione.

Il mondo ideale non è un universo compatto e univoco come l'essere di Parmenide ma una dimensione articolata e complessa costituita da una pluralità di idee gerarchicamente organizzate e variamente connesse tra loro.

Platone afferma che ogni idea è da un lato identica a se stessa ma dall'altro diversa da ogni altra idea.

Dunque secondo l'analisi platonica anche il non essere partecipa dell'essere.

I cinque generi sommi:

1. l'essere;

2. l'identico;

3. il diverso;

4. la quiete;

5. il movimento.

Concludendo possiamo considerare il non essere come diverso. Platone risolve uno dei problemi più ardui della filosofia precedente, quello del nulla con lui l'essere viene inteso come possibilità e relazione;


 


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